La leggenda di Nyamgondho fa parte della grande mitologia africana¹, composta da storie che si tramandano oralmente di padre in figlio e che hanno come protagonisti uomini, animali e il rapporto con la natura che li circonda.
Questo mito - molto diffuso nella comunità Luo dell'Africa orientale - mette in evidenza il valore sacro del Lago Vittoria, principale fonte di alimentazione per gli abitanti della zona² e insegna che le cattive azioni vengono sempre punite.
Alcune illustrazioni della leggenda sono tratte da un plastico realizzato alcuni anni fa dalla classe 3C della Scuola Media di Samarate (Varese, Italy), nel Progetto di Scambio Educativo tra scuole italiane e scuole kenyane (alcuni ambienti di Nyandiwa sono stati riprodotti con materiali di recupero, sassi e legno, e la storia trasformata in recita, a cura degli insegnanti Gabriela Cattaneo e Carlo Capello).
L'antica leggenda di Nyamgondho racconta la storia di Mae³, un povero pescatore della Tanzania che arrivò sulle rive del Lago Vittoria, per fermarsi sulla spiaggia vicino a Nyandiwa. Pescando, trovò nella sua rete una vecchia donna - possiamo pensarla come una Dea del lago - che in seguito sposò, trovando così ricchezza e fortuna. Col tempo, diventato ricco e superbo, non riconoscerà più il rapporto di dipendenza dal lago, verrà punito con la perdita di tutte le ricchezze e trasformato in albero. Il grande albero sacro che si trova poco lontano dal Centro Scout, dove gli abitanti si ritrovano spesso per chiacchierare e pregare, portando fiori e doni agli spiriti del lago. Secondo la leggenda, si dice che battendo il tronco con un bastone, questo inizi a sanguinare. Vicino all'albero di Mae vi sono altri luoghi sacri della leggenda, dove è possibile pregare gli spiriti del lago: il sito archeologico è composto da:
- i resti fossili sulle rocce, visibili durante la bassa marea, si dice conservino le impronte degli animali e della famiglia del pescatore, che poi si gettarono nel lago;
- la casa di Mae, della quale rimangono solo i muri a secco per riparare il bestiame.
Video: le autorità Kenyane visitano il sito di Nyangondho e il sacro Albero di Mae.
¹Le culture africane sono ancora oggi fortemente basate sui miti collettivi che hanno origine dalla tradizione orale, leggende e miti che si trasmettono da una generazione all'altra e hanno una forte valenza storica e sociale.
² Nella piana di Nyandiwa le difficoltà climatiche hanno sempre reso difficili sia l'allevamento degli animali sia l'agricoltura.
³ Il suo vero nome era Julu, figlio di Ombare e nipote di Omae, da tutti era chiamato Mae e paragonabile - al femminile - alla figura della moglie di Lot nella Bibbia.